Il santuario di Maria SS. Incoronata di Torchiati è costituito da due corpi di fabbrica: quello relativo alla chiesa comprende la primitiva cappella di Santa Maria, portata alla luce a seguito del restauro del 1980, la nuova chiesa della SS. Incoronata di età moderna, la cosiddetta cappella della Maddalena ora adibita a presepe e nella zona retrostante la sacrestia e il convento, abitazione dell’eremita, Il secondo corpo di fabbrica comprende la foresteria o casa del pellegrino, luogo di ristoro, soprattutto in determinati periodi dell’anno, quando numerosissimi sono i pellegrini che affluiscono al santuario per chiedere grazia e per trascorrere una giornata amena nei boschi retrostanti.
Montoro- Torchiati, Santuario dell’Incoronata (foto dal web).
La chiesa di Maria SS. Incoronata sorge a ridosso del monte San Michele, a 500 metri di altitudine e a circa 2 km dall’abitato di Torchiati, in posizione panoramica, alla confluenza di un percorso mulattiero denominato la via del Prete, che conduce alla chiesa di San Michele di Calvanico, e poco distante da una via antica a mezza costa che conduceva a Sant’Agata.
L’origine della chiesa è ignota; potrebbe corrispondere a Santa Maria della Bocca che nell’ a. 874 in un documento dell’abbazia di Cava dei Tirreni compare tra i confini di un terreno ubicato a Torchiati; si tratta solo di un’ipotesi.
Successivamente la chiesa compare nelle fonti di età medievale con il toponimo “de Coronato”; nelle Rationes Decimarum del 1309 Santa Maria de Coronato è definita chiesa rurale ed ha come rettore Giovanni de Iudice. L’espressione “de Coronato” farebbe pensare ad una chiesa privata, di diritto patronale di un certo Coronato.
In seguito ai lavori di restauro del complesso, conseguenti al sisma del 1980, è venuta alla luce la chiesa primitiva, i cui locali nel tempo erano stati adibiti a deposito e stalle per gli animali: era a pianta rettangolare, in stile romanico, con cappelle laterali; nella zona absidale, sulla parete frontale, è ancora in parte visibile un dipinto murale, raffigurante la Deposizione.
In chiesa si conservano, inoltre, due dipinti, uno su tela raffigurante la “Mater Desolata”, l’altro su tavola, raffigurante San Giuseppe; esposto nella cappellina cornu evangelii. Ambedue i dipinti sono stati attribuiti al 1600; probabilmente erano corredo dell’antica chiesa.
Montoro – Torchiati, Antica cappella di Santa Maria de Coronato.
Nell’età moderna la cappella rientrò nel distretto parrocchiale del SS. Salvatore di Torchiati, che aveva sede inizialmente nell’omonima chiesa di San Salvatore e poi in quella di Santa Maria di Loreto, cappella eretta dalla confraternita dei Fustigantes nel 1493: ambedue le chiese era grange della cappella di San Pietro a Corte di Salerno; Santa Maria Incoronata seguì le sorti di San Pietro a Corte e i diversi passaggi di patronato, l’ultimo dei quali era relativo alla famiglia Pignatelli, duchi di Montecalvo.
Santa Maria Coronata o Incoronata, come viene chiamata la cappella dal 1600 in poi, era una chiesa rurale, amministrata dai governatori o maestri ed economi di Santa Maria di Loreto.
Nella visita pastorale del 1625 Santa Maria Incoronata era assegnato all’abate Mario Antonio Prignano, non aveva rendite, viveva di elemosine e dei 25 ducati annui elargiti dai confratelli di Santa Maria di Loreto; l’altare maggiore era portatile; in chiesa vi era un quadro rappresentante la Vergine con la SS. Trinità.
Nel 1698 viveva all’Incoronata l’eremita Biagio Neriano di a. 45; la chiesa aveva una sola campana e non aveva oneri di messe.
Nei primi decenni del 1700 si ritirò a vivere in solitudine e preghiera un eremita, fra’ Giuseppe Morselli, oriundo della città di Piacenza, il quale con il suo operato diede un grande impulso alla devozione verso la Vergine dell’Incoronata, diffondendone il culto non solo nei paesi limitrofi ma anche nel foggiano e in altri luoghi della Puglia, dove andava questuando; insieme a lui viveva un sacerdote suo parente, don Costantino Morselli: ambedue erano molto apprezzati per le loro virtù e una condotta di vita esemplare.
La chiesa agli inizi del 1700 registrò un incremento dei beni, grazie anche a lasciti e donazioni; Torchiati nel 1754 era il casale di Montoro con il più alto reddito imponibile, abitato da un ricco ceto mercantile.
Nel 1728 le due chiese di Santa Maria di Loreto e di Maria SS. Incoronata avevano una rendita annua di 200 ducati, derivanti dal fitto di un forno dell’Incoronata e dalle rendite provenienti da circa 60 appezzamenti di terreni, in gran parte castagneti; don Serafino Pepe di Aterrana celebrava la messa due volte a settimana e durante le feste liturgiche.
Nel 1880 gli eredi Pignatelli vendettero il patronato di Santa Maria Incoronata a Gennaro Mastrangelo il cui fratello, sacerdote Raffaele, era rettore dell’Incoronata.
A seguìto di una lunga vertenza legale tra la Chiesa Salernitana e la famiglia Mastrangelo, la chiesa è entrata tra beni dell’ex mensa arcivescovile e il 27 marzo 1941 è stata affidata dall’arcivescovo Nicola Monterisi ai Frati Minori della Provincia religiosa Salernitano-lucana, che ancora oggi ne sono i custodi.
L’attuale chiesa di Maria SS. Incoronata, restaurata e ampliata a seguito del sisma del 1990 con l’aggiunta del corpo retrostante, si presenta a navata unica con quattro piccole cappelle laterali, di cui soltanto due intitolate rispettivamente a San Giuseppe e Sant’Anna. Potrebbe essere stata costruita nei primissimi anni del 1700, quando sicuramente sulla struttura ci sono stati importanti interventi di ristrutturazione.
Montoro – Torchiati, Santuario Maria SS. Incoronata, Interni; dx foto 1942
foto 1942
La vecchia chiesa dell’Incoronata nel 1680 necessitava di restauro; i terremoti del 1688 e del 1694 avevano danneggiato ulteriormente la struttura; contemporaneamente si ebbe un incremento del flusso di pellegrini, provenienti anche da altre regioni, per cui venne verosimilmente edificata una nuova chiesa più grande, lungo il lato sinistro di quella preesistente.
La nuova chiesa venne abbellita con i dipinti del pittore Tommaso Giaquinto, che nel 1702 eseguì sugli archi posti sotto la cupola affreschi raffiguranti i quattro evangelisti e nel 1704, altri quattro affreschi raffiguranti la Natività della Vergine, l’Annunciazione, la Presentazione al tempio, la Madonna con le anime del Purgatorio. Sull’altare maggiore venne esposto il quadro raffigurante l’Incoronazione della Vergine da parte del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Montoro – Torchiati, Santuario Maria SS, Incoronata, quadro della SS. Trinità (foto dal web).
Altri miglioramenti ed abbellimenti sono stati eseguiti nel 1785 quando venne innalzato l’attuale altare maggiore, opera dello scultore Ambrogio Romano, e il trono con colonne dorate che reggono il quadro della Madonna Incoronata.
Nella seconda metà del 1800 il cappellano Raffaele Mastrangelo apportò a proprie spese notevoli miglioramenti alla chiesa ed eretto la foresteria (due vani a pianoterra adibiti a stalla per gli animali che venivano portati all’eremo per la benedizione e 8 stanze al piano superiore per i pellegrini). Altri lavori di riparazione e di ampliamento alle antiche fabbriche vennero apportati nel biennio 1882-83 da Gennaro Mastrangelo, il quale verosimilmente commissionò anche l’ atrio di accesso alla chiesa, realizzato nel 1898 dall’impresa Giovanni Barone.
La chiesa è stata oggetto di grande devozione nei secoli, per cui ben presto è stata elevata al rango di santuario, luogo di pellegrinaggio e intensa devozione popolare, compresa nell’elenco dei santuari dell’arcidiocesi salernitana; molte grazie sono state attribuite all’intercessione della Vergine Incoronata, a testimonianza vi sono i numerosi ex voto in metallo esposti nei locali retrostanti la chiesa e le tavolette votive, quasi tutte in legno, offerte alla Madonna Incoronata quale segno di ringraziamento.
E’ meta di pellegrinaggio continuo da Pasqua a settembre, con particolare intensità dal martedi in Albis, quando dalla chiesa parrocchiale di Torchiati viene portata al
Montoro, Torchiati. Santuario Maria SS. Incoronata, ex voto dipinti.
monte in solenne processione la statua della Vergine, alla domenica dopo la Pentecoste quando la statua rientra in sede; d’estate fedeli provenienti da ogni parte si recano al santuario per chiedere grazia. Il lunedì in Albis i montoresi, soprattutto gli abitanti di Torchiati, si recano al santuario per trascorrere la pasquetta, una giornata amena nei boschi retrostanti.
Statua della Madonna Incoronata, conservata nella chiesa parrocchiale di Torchiati (foto dal Web)
Molte sono le leggende, le tradizioni, le usanze legate alla Madonna dell’Incoronata; ricordiamo quella delle “verginelle”, fanciulle vestite di bianco con i capelli sciolti che scalze salivano al santuario per chiedere la grazia. Fino a pochi anni fa molti devoti, sia locali che forestieri provenienti soprattutto dal salernitano, facevano benedire i loro animali (cavalli, buoi, asini) allo scopo di preservarli da malattie e disgrazie; essi dopo aver girato per tre volte intorno al santuario venivano unti con l’olio sacro
Montoro, Torchiati, Santuario Maria SS, Incoronata, foto storiche. A dx benedizione degli animali.
Secondo una tradizione, rimasta nell’ambito locale, la Vergine Incoronata è una delle sette sorelle, venerate dal popolo dei fedeli; durante la processione del martedì in Albis la Vergine per ben tre volte si ferma lungo la strada che sale all’Incoronata per salutare sua sorella, la Madonna di Montevergine.
Teresa Colamarco
Bibliografia :T. Colamarco, Il Complesso Monumentale del Corpo di Cristo di Borgo nella Storia (secc. xii-xviii), Bracigliano (SA), pp. 8-9, p. 17; G. Crisci – A. Campagna, Salerno Sacra – Ricerche storiche, 2, a cura di De Simone et Alii, Salerno 2002, pp, 299-300; V. Donniacuo, I tesori dell’Incoronata (gli ex voto dipinti), Salerno 2000; Galiani, Montoro nella storia e nel folklore, 1990, pp. 56-62; 191-195.
Fonti: Archivio Diocesano di Salerno, Benefici e Cappelle, Visite Pastorali, aa. 1625, 1698, 1728.