Il complesso conventuale della SS, Annunziata è costituito da due enti religiosi che si sono avvicendati nel corso dei secoli: la cappella della SS. Annunziata (sec. XIV) e il complesso conventuale agostiniano della SS. Annunziata (1468).
Piano, Facciata del Complesso conventuale della SS. Annunziata (dal web).
La cappella della SS. Annunziata è stata fondata prima del 1367 quando un certo Ruggiero Marando nel suo testamento fece un lascito alla stessa di 3 tarì; era ubicata tra i casali di Preturo e Parrelle, in una zona pianeggiante e isolata ed era di diritto patronale della confraternita di San Marco de li Vattenti. L’interesse principale dei confratelli era fare atto di penitenza mediante pene corporali fatte in privato, nei locali della confraternita o pubblicamente durante le processioni, quando andavano nudi fino alla cintola, battendosi con degli scudisci (li scuriali) e pregando Dio di allontanare tribolazioni e sofferenze. Il nome di San Marco de li Vattenti ci viene trasmesso da un documento del 1587, contenente le testimonianze rese da alcuni cittadini nella vertenza tra le confraternite più antiche di Montoro per la precedenza nella processione del Corpus Domini. Il diritto di precedenza venne riconosciuto alla confraternita di Borgo, giudicata la più antica.
Nel documento i testimoni riferiscono anche che nella chiesa era custodita una campana datata 1413 e i nomi di un maestro della confraternita, Casergratto di Preturo, e di due suoi confratelli, Girolamo Sabella e Paolo de Mari.
I lavori di ricostruzione post-sisma del 1980 hanno portato alla luce l’ipogeo di un primitivo oratorio con orientamento est-ovest e l’entrata ad est; successivamente sono venute alla luce tracce di due finestrelle a feritoia a cuspide gotica, presumibilmente posizionate in un abside. Si trattava dei resti della primitiva cappella della SS. Annunziata, che come dimensioni corrispondeva ad un terzo della chiesa attuale.
La data di fondazione del complesso conventuale agostiniano della SS. Annunziata può essere considerata l’anno 1468 (?), quando il papa Paolo II, dietro richiesta di
Montoro, Piano; Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino (ex SS. Annunziata) (dal web).
Bernardo conte di Montoro e degli abitanti di Piano, concesse la chiesa della SS. Annunziata dei Battenti, da molto tempo abbandonata, insieme al terreno circostante, ai frati Agostiniani di Solofra con la facoltà di ampliare la chiesa ed edificare una casa conventuale adatta ad ospitare i frati, completa di cimitero, chiostro e campanile.
Nel 1471 fra’ Agostino da Candida priore e altri confratelli degli Eremitani di S. Agostino della grangia di Solofra presero possesso della cappella della SS. Annunziata e avviarono subito i lavori di costruzione della chiesa e del convento. destinato alla famiglia conventuale che si sarebbe dovuta insediare. Nel 1492 gli agostiniani concessero a Modestino de Lauro di S. Felice di edificare nella chiesa una cappella intitolata alla Madonna del Carmelo.
Piano, Convento della SS.Annunziata, cortile interno.
Agli inizi del sec. XVI, in concomitanza con la grande diffusione delle confraternite del Corpo di Cristo e del Sacramento, nella chiesa dell’Annunziata si costituì una nuova confraternita sotto il titolo del SS. Sacramento, il cui obiettivo principale era l’adorazione dell’ostia, la comunione frequente, la diffusione della devozione per i sacramenti. I confratelli avevano il loro altare patronale nella cappella di Santa Maria del Carmelo, che si chiamò anche del SS. Sacramento, poiché in essa si conservava il SS. Sacramento da dove veniva prelevato per le funzioni dai cappellani della chiesa parrocchiale; nel 1690 detta confraternità venne trasferita nella parrocchiale di S. Giovanni Battista, situata tra Piano e Preturo. Nel 1528 i frati agostiniani comprarono dalla mensa arcivescovile il giardino retrostante.
Ben presto il convento agostiniano diventò un importante centro religioso, punto di riferimento spirituale e culturale soprattutto dei casali limitrofi a Piano. Le locali famiglie gentilizie eressero altari patronali intitolati ai santi venerati dall’Ordine: ad es. i Buonomo agli inizi del 1600 eressero un altare con sepolcreto intitolato a S. Nicola da Tolentino; i Pellecchia a fine 1600 avevano un altare dedicato a S. Tommaso da Villanova e Sant’Antonio da Padova. L’altare di S. Maria del Carmelo cambiò il titolo prima in S. Croce e S. Monica e poi venne denominato Madonna
della Cintola o della Consolazione. La costruzione del convento di S. Agostino portò ad una ristrutturazione viaria con la costruzione dell’attuale ss. 88.
Montoro, Piano; Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino (ex SS. Annunziata) (dal web),
Dalla relazione del 1650 redatta dal priore Pietro Giacomo Napoli, ricaviamo le seguenti notizie: la chiesa compreso il coro misurava 38 m. di lunghezza, 70 m. di altezza e 48 di larghezza; c’era anche la sagrestia con un altare patronale (1637) che dovrebbe corrispondere alla cappella gentilizia dei De Felice. Il convento venne costruito al lato est della chiesa, si presentava quadrato, claustrato e si sviluppava su due piani: al primo piano vi erano 11 celle e due grandi stanze, al piano inferiore vi erano il chiostro, il refettorio, la cucina, la stalla ed altri vani destinati a deposito.
Il monastero aveva come entrate le messe, i legati pii, il fitto delle botteghe adiacenti la strada e un mulino ad acqua. Nel 1697 sono documentati anche altri due altari patronali, S. Marco di Nicola Di Napoli e i SS. Rocco e Sebastiano di Nicola Celentano.
Piano, Statua settecentesca di S. Nicola da Tolentino.
Il complesso, danneggiato dai terremoti del 1688 e del 1694, è stato ricostruito agli inizi del 1700, quando si è avuta forse la conversione della chiesa allo stile barocco con la costruzione all’interno di grandi archi della cupola e degli altari laterali; altra
importante ristrutturazione è avvenuta nel corso della seconda metà del 1700, quando il priore Giuseppe Parisi chiese all’arcivescovo di Salerno di poter vendere alcuni beni conventuali per poter sostenere le spese di ricostruzione (1771).
A seguito di questa ricostruzione, in chiesa in alto venne collocato il quadro ad olio su tela realizzato dal montorese Giovanni de Mari, datato 1776, raffigurante S. Agostino e S. Monica nella iconografia agostiniana della Madonna della Cintola.
La chiesa attuale conserva l’impianto settecentesco; a croce latina, presenta 6 altari di diritto patronale, ora estinto: S. Giovanni di Dio (ex cappella dei Pellecchia), S. Nicola da Tolentino e S. Maria di Costrantinopoli; SS. Crocifisso o S. Cuore, S. Giovanni Battista, S. Pasquale Baylon. Dietro l’altare è ancora visibile il vecchio coro dei frati e vi è una porticina di accesso al sepolcreto dei priori. Nella chiesa si venerano due statue di S. Nicola, una più antica a figura intera, l’altra del settecento molto venerata dai fedeli, riservata alle processioni.
A seguito delle leggi napoleoniche i beni degli agostiniani sono stati soppressi. Il convento con decreto del 1814 è stato concesso “per uso della giustizia di pace, per prigione e caserma della gendarmeria”; oggi è sede degli uffici comunali di Montoro.
La chiesa è divenuta sede della parrocchia di S. Giovanni di Piano Preturo, Parrelle (dal 1852 il casale di Preturo ha una propria parrocchia); nel 1812-16 la parrocchia è stata unita a S. Maria Zita di Figlioli; oggi è sede della parrocchia di S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino, co-patrono di Montoro.
Teresa Colamarco
Bibliografia:
- Colamarco, Il Complesso Monumentale del Corpo di Cristo di Borgo nella Storia (secc. xii-xviii), Bracigliano (SA), pp. 130-131.
- Guariniello, Piano di Montoro nella storia, S. Pietro di Montoro Superiore (Av) 1998, pp. 499-504; 564-575, 585-592..