Il complesso è stato fondato nel 1588 per volontà del ceto benestante di Torchiati e soprattutto del magnifico Giovanni Carlo de Mast’Angelo (+ 1600), il quale donò il terreno su cui edificare una chiesa con annesso convento dotato di tutte le strutture necessarie ad ospitare l’eventuale famiglia conventuale e provvide anche a stanziare 1500 ducati e 200 carri di pietra per iniziare la costruzione. Il 7 giugno del 1588  p. Angelo di Campagna, autorizzato dall’Ordine francescano,  piantò una croce sul luogo dove sarebbe stato edificato il monastero, che venne realizzato in breve tempo. Per la sopraggiunta morte del Mastrangelo nel 1600, l’opera venne  proseguita grazie alla carità dei benefattori e soprattutto grazie all’impegno di p. Giovanni Battista da Montoro, frate molto venerato dal popolo.

Montoro, Torchiati: Complesso conventuale di Santa Maria degli Angeli (dal web)

   Il complesso è sito a Torchiati, casale che nel 1505 venne distrutto da una frana provocata da una forte alluvione,  con conseguente morte della maggior parte dei suoi abitanti e l’allontanamento dei pochi superstiti. Torchiati  nel corso del 1500 venne ricostruito a valle lungo una strada a lunga percorrenza tra Salerno e Avellino, la via Turci; la morfologia del territorio, in  gran parte collinare e montuoso e  la posizione geografica lungo una strada di collegamento tra il Tirreno e l’Adriatico, favorì l’insediamento di un ceto mercantile e professionale dinamico che investì nella costruzione di nuove chiese (Il convento di Santa Maria degli Angeli)  e nell’ampliamento di quelle esistenti (Santa Maria di Loreto).

Il complesso fu edificato sotto il progetto e la direzione del celebre architetto, padre teatino d. Francesco Grimaldi, sul modello di altri edifici conventuali, con un piano terra  costituito da corte centrale,  porticato, cucine, refettorio e un primo piano

adibito a dormitorio dei frati con le celle.

   Insieme al convento a partire dal 1588, venne  edificata anche la chiesa di S. Maria degli Angeli sotto il progetto e la direzione dello stesso padre Grimaldi, a croce latina, ad unica navata con  cappelle laterali, alcune erano patronali con sepolcreto; ricordiamo quella di San Francesco d’Assisi della famiglia Mastrangelo, dove venne sepolto  Giovanni Carlo Mastrangelo, e quella di Marcantonio Paladino  (1611);  nel 1731 le cappelle laterali erano  13.

Nel 1653 nel convento abitavano 5 sacerdoti, 6 laici professi e un terziario: essi vivevano di elemosine ed erano un polo  di grande spiritualità per il popolo dei fedeli.

   Durante i terremoti del 1688 e del 1694 il complesso conventuale subì rilevanti danni, in seguito con il concorso del popolo venne restaurato e utilizzato come casa di studio e di noviziato; nel convento vi era una biblioteca  con circa 10 mila unità.

Nel 1731 la famiglia francescana di Montoro era composta da quindici religiosi, con il loro superiore chiamato Guardiano; nel convento venne istituita una cattedra di Filosofia per chierici e studiosi della disciplina.

   Nel 1808 il convento ebbe dal governo francese  lo speciale privilegio di essere esentato dalla legge di soppressione e nel corso del secolo continuò ad essere un importante centro di spiritualità francescana, luogo di esercizi spirituali  e modello per le nuove comunità dei Frati Minori Osservanti;  dal 1842 al 1862 fu sede del noviziato.

Successivamente, a seguito anche della crisi finanziaria dell’Italia post-unitaria, rientrò nelle leggi di soppressione del 1866 e il convento venne adibito a Casa Comunale, Pretura e Carcere Mandamentale, mentre la chiesa venne affidata ad un religioso e a un laico per tenerla aperta al pubblico.

Montoro, Torchiati: Porticato conventuale di Santa Maria degli Angeli (Foto mariodp, Instagram)

  Il 23 marzo 1941, con esultanza di popolo, fu concesso ai Frati Minori di rioccupare una parte del convento e riprendere con rinnovato zelo la dedizione allo studio, alla preghiera e all’apostolato.                         

   Il complesso conventuale ha subito importanti interventi di restauro e consolidamento a seguito del terremoto del 1980.

   Da settembre del 2010, su decisione dell’Ordine, i frati non hanno più dimora stabile nel convento, ma assicurano comunque le principali celebrazioni liturgiche nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Il complesso conventuale è costituito da tre corpi di fabbrica, che insieme alla Chiesa  adiacente formano una cortina edilizia continua. L’edificio conventuale si sviluppa intorno al chiostro a pianta quadrata, sistemato a giardino, con un porticato perimetrale formato da pilastri in pietra locale (a sezione quadrata ad angoli smussati), sormontati da archi a tutto sesto e volte a crociera. Al centro del chiostro originariamente era sistemato il pozzo, ora non più esistente.

Su parte delle pareti interne del portico, negli spazi a lunetta delle campate sono illustrate scene significative della vita di San Francesco ed altri Santi dell’Ordine. Gli scomparti sono intervallati da 22 medaglioni, entro cui sono ritratti i Provinciali ed altre figure di rilievo dell’Ordine.

   Al piano terra, gli ambienti conventuali  più rilevanti sono: la sala conferenze, a pianta rettangolare allungata di circa 170 mq, usata come ambiente polivalente per convegni e mostra allestibili,  e la biblioteca (ex refettorio), che occupa due vani per un totale di circa 80 mq.

Montoro, Torchiati: Santa Maria degli Angeli (dal web)

   La chiesa  al suo interno custodisce un organo di gran pregio, dietro l’altare maggiore il  coro e la cantoria in legno (XVIII secolo), alcune statue lignee seicentesche; l’altare maggiore è sormontato da un baldacchino ligneo su cui si erge la beata Vergine circondata dagli Angeli opera dello scultore napoletano,  Alfonso Postiglione, realizzata e collocata ai primi anni del 1700 da fra’ Bonaventura di Atina. 

Di rilievo il portale di ingresso all’aula sacra, interamente in pietra locale; immediatamente al di sopra del portale, vi è un piccolo balcone con balaustra che illumina la cantoria.

    Il convento nel corso dei secoli ha ospitato  religiosi di profonda cultura e spiccata spiritualità. Ricordiamo frate Andrea da Montoro, al secolo Carlo De Giovanni di Aterrana ( 1674-1754) Custode di terra Santa che nel 1734 donò alla chiesa una croce e un crocifisso di madreperla,  fra’ Nicola Onorati Columella (1754-1822) autore di un’opera in 10 volume dal titolo, Delle cose rustiche ovvero dell’agricoltura teorica,   e fra’ Salvatore da Caposele  (1788-1868) che morì in concetto di santità a Montoro dove  condusse  una vita di apostolato e penitenze. Ricordiamo anche la figura della sorella del Terz’Ordine Chiara Giaquinto, ammirata da tutti per la vita esemplare  e le virtù cristiane  praticate.

Un momento di grande solennità è quello della processione del 4 ottobre, quando San Francesco viene portato per le strade di Montoro con grande partecipazione di popolo.

Recentemente l’ex convento di Santa Maria degli Angeli è divenuto polo di alta formazione, sede distaccata della Stazione sperimentale pelli di Napoli, organo di ricerca della Camera di Commercio partenopea.

 Teresa Colamarco

Bibliografia:

  1. Crisci – A. Campagna, Salerno Sacra – Ricerche storiche, 3, a cura di De Simone et Alii, Salerno 2002, pp. 300-302.
  2. Donnarumma, G. (2011). Il Convento francescano e la Chiesa di S.Maria degli Angeli (Opuscolo informativo Proloco Montoro). Montoro 2011.
  3. Fiore, Il complesso conventuale di S. Maria degli Angeli a Montoro Superiore (Av), In: de A. Marco – G. Tubaro (a cura di), “Ambienti, Costumi, Costruzioni”, Milano 2012, 261-271.
  4. Galiani, Montoro nella Storia e nel Folklore, Montoro 1990, pp. 68-73.

 Fonti: Archivio di Stato di Avellino, Protocolli Notarili, Prospero Grimaldi notaio, b. 4155, a. 1588,  f. 22 e sgg..