La chiesa di San Pietro a Resiccu verosimilmente esisteva già nel 1268, quando è documentato il casale  di San Pietro in un documento della cancelleria angioina; è ubicata sulle pendici della collina Cesina, località  già esistente nel sex. XII, nei pressi del fiume Rio Secco (odierna Solofrana), da cui deriva il nome Resiccu. Nel  1309  la chiesa di San Pietro insieme a quella di San Pantaleone aveva come rettore Giovanni de  Rogerio di Salerno e per cappellano Riccardo Garofalo.  Nella visita pastorale  del 1511 è elencata tra le chiese parrocchiali;  il visitatore annota che S. Pietro possiede il fonte battesimale, gli oli santi e il tabernacolo; ha  un valore di 10 ducati e come rettore e cappellano l’abate Carlo Dianora.  

Montoro nel corso del 1500 ebbe  un notevole incremento  demografico e la nascita di un importante ceto mercantile ed imprenditoriale. Molte famiglie benestanti costruirono altari patronali con sepolcreto nelle chiese  parrocchiali; vennero fondate nuove cappelle e istituite numerose confraternite.

Montoro, San Pietro – Chiesa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, a sx il campanile, a dx la congrega (dal web).

 

San Pietro era la chiesa parrocchiale di un ampio distretto, comprendente il casale di San Pietro, quello di Caliano e, per gran parte del 1500 quando venne eretta la parrocchia del SS. Salvatore, anche parte degli abitanti di Torchiati.

   La chiesa agli inizi del 1600 venne ampliata con l’erezione di nuovi altari che erano anche sepolcreto.  Nel 1625 il parroco di San Pietro era Giovanni Pietro Gisolfo. In chiesa erano state istituite due  confraternite: una intitolata al SS. Rosario con una propria cappella; l’altra sull’altare maggiore, sotto il titolo dei SS. Pietro e Paolo,  i cui governatori nel 1625 erano Filippo e Angelo Caliano e Francesco Cappa; i confratelli portavano sacchi bianchi e mozzette violacee  e avevano l’obbligo di  versare una cera di libbra annua all’arcivescovo nel giorno della traslazione di S. Matteo. Vi erano la cappella di S. Antonio di Vienna della famiglia del Pozzo e quella dell’Annunciazione della Beata Vergine della famiglia Andrea Ferrara  di Caliano.  Gli altari patronali erano  i seguenti: cornu epistule lo Spirito Santo della famiglia Del Pozzo, Santa Maria del Carmelo del defunto Vincenzo Pironti. Cornu evangelii S. Maria di Costantinopoli del defunto  Bernardino Forino di Torchiati,  SS. Nome di Dio di Orazio Sartore di Torchiati, SS. Concezione di Angelo e Simeone Santoro. Nel 1635 il parroco era d. Orazio Carpentiero e la chiesa aveva un’entrata annua di  60 ducati.

Nel 1663 il parroco era don Vincenzo Russo; i maestri della confraternita di SS Pietro e Paolo erano Bartolomeo Pironti, Gennaro de Santoro e Fabrizio Del Pozzo. In chiesa  vi erano la statua della Vergine del Rosario  con il bambino in mano per le processioni, dieci sepolture, il pulpito, un organo e un campanile con due campane; nei pressi della chiesa vi era la cappella di Santa Maria della Pietà.

Nel 1701, a seguito della missioneari della congregazione dei pii operai di Napoli, venne eretta la confraternita sotto il titolo del Ss. Nome di Dio sotto la guida spirituale del parroco  don Fabrizio del Pozzo; nel 1704  la confraternita costruì nelle adiacenze una propria cappella, ancora esistente, che venne abbellita con la gradinata nel 1715.

Montoro, San Pietro – Congrega del SS, Nome di Dio

 

   Nel 1728 San Pietro era la chiesa parrocchiale di S. Pietro e Caliano, aveva una rendita annua  di 140 ducati; il parroco era don Biagio Gervasio.

Nel distretto di San Pietro vi erano le seguenti cappelle: la congrega del Nome di Gesù adiacente alla chiesa parrocchiale, la cappelle di Santa Maria della Pietà non più esistente, Santa Maria delle Grazie dei Del Pozzo, Santa Maria della Sanità dei Ferrara, San Michele Arcangelo, ubicata a Torchiati lungo la strada che porta a Misciano, di cui esiste solo l’arco d’ingresso e l’epigrafe della fondazione.

    La chiesa nel 1810 venne chiusa al culto, perché pericolante; le funzioni si svolgevano nella congrega. Nel 1844 il parroco Fortunato Galiani provvide a proprie spese al rifacimento dell’edificio. Altro importante intervento è avvenuto alla fine del 1800 ad opera del sacerdote Giovanni Leonardo Galiani.

La chiesa attuale,  dedicata ai Ss. Apostoli Pietro e Paolo, è a tre navate, presenta una maestosa facciata, a sinistra, separato, il campanile a tre ordini  e a destra, separata,  l’Arciconfraternita del Santissimo Nome di Dio. Al suo interno, l’edificio conserva interessanti opere d’arte, come le statue dei Santi Pietro e Paolo a cui la Chiesa è dedicata,  un altare del XVI secolo, il coro intagliato del XVIII secolo, il dipinto della Sacra Famiglia, opera di Nicola Pepe (1861) e due antiche acquasantiere.

 

Teresa Colamarco

 

Bibliografia:

  1. Crisci – A. Campagna, Salerno Sacra – Ricerche storiche, 2, a cura di De Simone et Alii, Salerno 2002, pp, 233-234.
  2. O. Fiore, Montoro. Ipotesi di lavoro sulla protostoria e sull’etimologia di Montoro e dei suoi “casali”, San Pietro di Montoro Superiore (AV) 2001, pp. 224-230.

 

Fonti: Archivio Diocesano di Salerno, Visite Pastorali, aa. 1511, 1625, 1663, 1728.