La chiesa di San Pantaleone è ubicata alla sommità della collina Tuoro, poi detta di San Pantaleone, nei pressi del castello medievale ed è la ricostruzione e l’ampliamento della piccola chiesa settecentesca di S. Pantaleone. La primitiva chiesa dedicata a S. Pantaleone compare nella documentazione scritta per la prima volta nel 1293 in una pergamena di Montevergine,  ma è  probabile che la sua fondazione fosse anteriore; sorgeva all’interno della cinta muraria del castello, a poche decine di metri dalla chiesa attuale ed era la chiesa parrocchiale degli abitanti del castrum. Il feudo di Montoro con Riccardo di San Severino-Lauro, sposato in prime nozze con Iolanda figlia naturale di Federico II, venne unificato e il castello ristrutturato intorno alla metà del 1200; morta la prima moglie, Riccardo sposò in seconde nozze  Berardessa del Duca imparentata con i duchi di Amalfi, a cui diede come dono di nozze il feudo di Montoro. La chiesa potrebbe essere stata fondata p dal conte durante i lavori di ristrutturazione del castello  o qualche decennio dopo, per volontà e devozione della seconda moglie del conte Riccardo, Berardessa del Duca, feudataria di Montoro dal 1270. E’ probabile, tuttavia, che l’origine del culto di S. Pantaleone a Montoro  sia di molto anteriore alla chiesa.

   Ben presto la  devozione verso il Santo  si radicò sul territorio e San Pantaleone  divenne la chiesa giuridicamente più importantedi Montoro: la chiesa  nelle fonti è indicata come San Pantaleone de Castro, nel corso della prima metà del sec. XV si arricchì di tre cappelle patronali, San Nicola (1400) della famiglia Catenacci, Santa Maria della Libera (1450) della famiglia de Vivo, e lo Spirito Santo (1459) di altri appartenenti alla famiglia Catenacci; agli inizi del 1500 il cappellano della chiesa era l’arciprete Marco Della Ragione.

    La storia di San Pantaleone de Castro nell’età moderna è collegata a quella del casale Castello: accanto alla dicitura de Castro nelle fonti compare quella di San Pantaleone a Castello, ad indicare la chiesa parrocchiale di un piccolo casale che sia per l’infelice posizione geografica tra le serre di Montoro infestate dai banditi,  sia per le numerose calamità, non ebbe mai molti filiani. Il Castrum Montorii, non più rispondente alle nuove esigenze di difesa conseguenti all’invenzione della polvere da sparo, aveva perduto la sua importanza ed era stato abbandonato dai signori feudali trasferitisi  in pianura, nella nuova residenza feudale delli Mirandi.   La chiesa aveva un cappellano o curato, poi parrochus, per la celebrazione dei divina officia  ed era tenuta in beneficio da un rettore che ne amministrava i beni.

   Dallo spoglio delle Visite Pastorali, conservate nell’archivio diocesano di Salerno, e dalla pianta della chiesa del secolo XVII, disegnata quando già la stessa era diroccata, abbiamo ricavato le seguenti  notizie: la chiesa si presentava a pianta rettangolare con l’abside orientata ad Est e l’ingresso ad Ovest; al lato sud era posizionato  il campanile, dotato di tre campane, una grande, una media e una piccola; di conseguenza al lato Nord erano posizionate le cappelle di fabbrica, erette dentro la chiesa nel corso del sec. XV, fra cui  quella di Santa Maria della Libera,  che dopo la traslatio  della tela raffigurante Santa Maria delle Grazie proveniente da una cappella esterna alla chiesa parrocchiale di San Pantaleone viene indicata nelle fonti spesso come Santa Maria delle Grazie; nelle fonti del sec. XVI compaiono altre due cappelle, Santa Maria della Natività e San Leonardo seu Sancte Marie de Gratia. La chiesa era dotata di fonte battesimale e del diritto di sepoltura; all’interno della chiesa era venerata un’antica effige di San Pantaleone. Nella parrocchia di San Pantaleone vi erano altre cinque cappelle, Santa Maria de Castello, già in cattive condizioni  alla data della prima visita pastorale, ma ancora esistente nel 1693, lo Spirito Santo, la già citata Santa Maria delle Grazie, prope Ecclesiam parrocchialem Sancti Pantaleonis,  Santa Margherita de Castro e San Nicola extra muros

Ad un iniziale periodo di splendore durato  fino alla seconda metà del secolo XVI, seguì un lento e progressivo processo di decadenza, anche per la posizione isolata dell’edificio sacro, sito in una zona infestata dai banditi  e con un numero ridotto di parrocchiani. Nel corso della prima metà del 1700 la chiesa era diroccata e il casale disabitato. Il Sacramento era stato dato in custodia alla chiesa di San Valentiniano di Banzano e la croce d’argento dal valore di 40 ducati era custodita dal parroco presso la propria abitazione e veniva esposta solo in occasione delle festività solenni. Tuttavia il culto verso il Santo era ben radicato nella popolazione e nella seconda metà del secolo venne costruita una nuova chiesetta sul sito attuale, a poche decine di metri dalla precedente struttura.

Montoro, Borgo: Chiesa di San Pantaleone, prima della ristrutturazione del 1940,

Il 6 giugno 1843 la piccola parrocchia di San Pantaleone venne definitivamente soppressa  e unita a quella di San Leucio di Borgo.  San Pantaleone a Castello diventò una piccola chiesa rurale.

   La storia di San Pantaleone non ebbe fine con la soppressione della parrocchia. Il culto verso il santo rimase vivo nella devozione dei fedeli, soprattutto della frazione Borgo; sull’altare nel 1910 venne posizionata l’attuale statua di San Pantaleone, realizzata sul modello di una statua preesistente di legno. Nel corso del 1900 il piccolo tempio si è trasformato in luogo di venerazione e di pellegrinaggio, in particolare  negli anni delle guerre e nell’immediato dopoguerra; nel 1919 si provvide ad un primo ampliamento della chiesa al fine di poter accogliere i numerosi fedeli che occorrono per domandare grazie e ringraziare. La vecchia chiesa non era, però, sufficientemente ampia a recepire il flusso di pellegrini; vennero eseguiti altri lavori di ampliamento e di ristrutturazione, ultimati nel 1940. Nel triennio 47-50 la “nuova chiesa” venne  rifinita con gli stucchi e il corpo ad ovest trasformato in una loggia ad archi con alcuni locali retrostanti. Altri lavori di restauro, abbellimento, allungamento del corpo aggiunto sono stati eseguiti nel corso della seconda metà del ‘900. I dipinti presenti lungo le pareti laterali della chiesa, raffiguranti scene che vedono il santo protagonista di guarigioni o nell’atto di essere salvato dal martirio grazie all’intervento divino, sono stati realizzati nel 1958 dal pittore Alfonso Grasso.

Montoro, fr. Borgo: Chiesa di S. Pantaleone; a sinistra il campanile.

   La devozione dei Montoresi e soprattutto dei Borgensi, per San Pantaleone è tale che nel 1968 a Borgo alcuni giovani dell’Azione Cattolica hanno dato l’avvio alla “Fiaccola San Pantaleone”, con il duplice obiettivo di diffondere il culto del santo nel mondo e di visitare i luoghi in cui lo stesso si venera: ogni anno la fiaccola dell’amore, dell’amicizia, della pace viene portata in una diversa località, spostandosi dall’Oriente all’Occidente, fino ad arrivare in Argentina, dove dagli emigranti di Borgo-Montoro  a Buenos Aires, nel rione Matadero,  è stata fondata una chiesa dedicata a San Pantaleone.    

   Negli ultimi decenni grazie ad un’intensa attività pastorale, la chiesa di San Pantaleone si è dotata di reliquie provenienti rispettivamente da Benevento e da Amalfi e si  è arricchita di una nuova statua del santo a mezzo busto proveniente dalla città di  Crema: la statua riproduce  un’immagine di San Pantaleone estranea alla  tradizione montorese, ma diffusa nell’iconografia ortodossa.

Veduta del santuario di  San Pantaleone dalla pianura

Oggi la devozione verso il santo martire medico e taumaturgo è  molto sentita. A Montoro i festeggiamenti  durano tutto il mese di luglio, iniziano il 27 giugno con l’esposizione del pannetto, hanno il momento più intenso di devozione popolare il 27 luglio, quando dalla mezzanotte inizia il pellegrinaggio dei devoti provenienti dalle varie frazioni di Montoro e da altre località limitrofe e nel pomeriggio  si svolge la processione per le vie di Borgo con l’ingresso della statua nella chiesa parrocchiale di San Leucio; si concludono la domenica successiva con la processione di ritorno del santo alla chiesa sulla collina,  ormai chiamata santuario dal popolo dei fedeli; intanto la popolazione delle varie frazioni dei due comuni di Montoro a turno alimenta la fiaccola davanti al santo, raffigurato come martire della chiesa e venerato per le sue proprietà di medico taumaturgo-anargiro, come colui, cioè, che gode di poteri divini, che elargisce grazie e che intercede per la guarigione dalle malattie.

   Il 10 giuglio 2009 la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per mandato del papa Benedetto XVI eleva San Pantaleone medico e martire co-patrono di Montoro.

                                                                                                                          Teresa Colamarco

  1. Colamarco, San Pantaleone «de castro Montorii»: il culto, la storia, Estratto 1912 (da C. Caserta (a cura di) «In cammino con Pantaleone. Caterina d’Alessandria tra culto orientale e insediamenti italici» [Atti del V Convegno di studi, Ravello, 23-24 luglio 2010], Napoli, pp.. 229-281.