La chiesa di San felice verosimilmente esisteva già nel 1120, quando è documentata la località San Felice. Nel 1186 viene ricordata esplicitamente una chiesa sotto il titolo di S. Felice; nel 1309 ha per rettore l’arcidiacono di Amalfi e per cappellano Nicola de Pantaleone; nel 1400 era già parrocchia e aveva il diritto di sepoltura.

Dalle visite pastorali del 1511 e del 1581 risulta che la chiesa di San Felice in Pincis  era in buone condizioni e svolgeva regolarmente le sue funzioni.

San Felice, Chiesa di San Felice (dal web)

  

   Agli inizi  del 1600 nella chiesa, presso l’altare maggiore, venne istituita una confraternita sotto il titolo di Santa Maria del Carmelo, i cui maestri erano nel 1625 Giulio Niglio, Francesco Antonio de Lauro e Iacobo Conte; i confratelli indossavano sacchi bianchi e mozzetti violacei

In chiesa vi erano la cappella di S. Maria Lauretana del defunto Laurito de  Lauro e l’altare di S. Maria delle Grazie della famiglia Niglio; altri altari erano liberi.  La chiesa aveva una rendita di 30 ducati annui, di cui 8 da versare al rettore.

Nel 1645 il parroco era don Paolo Gervasio.

Nel 1663. Oltre agli altari già menzionati, in chiesa vi era anche l’altare di  S. Maria di Costantinopoli della famiglia dei Valletti; la chiesa era dotata di due campane, alcune sepolture, fonte dell’acqua benedetta e pulpito; i maestri della confraternita erano Matteo Lauro e Carlo Conte. L’altare maggiore era dedicato a  Santa Maria, San Felice e San Martino,  dipinti su tela; dietro l’altare c’ era la sagrestia.

Nel 1728 il parroco era don Aniello Niglio, nominato nel 1723;  la chiesa aveva una rendita di 60 ducati annui e giurisdizione anche sulle cappelle di S. Maria di Costantinopoli  di Vigna Veterana, S. Margherita a Mercatello e S. Giacomo, grangia di S. Maria di Materdomini.

San Felice, Chiesa di San Felice (interni)

 

   La chiesa è stata più volte danneggiata e ristrutturata nel corso dei secoli, l’ultima volta a seguito del sisma del 1980.

Ristrutturata e riaperta al culto, la chiesa si presenta  a pianta rettangolare e a  tre navate.

Teresa Colamarco

Bibliografia:

  1. Crisci – A. Campagna, Salerno Sacra – Ricerche storiche, 2, a cura di De Simone et Alii, Salerno 2002, pp, 225-226.

Fonti: Archivio Diocesano di Salerno, Visite Pastorali, aa. 1511, 1581, 1600, 1645, 1663, 1728.